LIPPI CHE FIGURA… di Giovanni Beani


Per un banale errore di orario, ieri sera, ho acceso quello strano elettrodomestico che chiamiamo TV e mi sono ritrovato davanti, nel pieno di 32 pollici, il viareggino Marcello Lippi, più noto come allenatore della Nazionale di Calcio italiana. Si sa, in Italia, il calcio è la cosa più importante! Chi se ne frega se ci sono persone che non riescono a fare un pasto un paio di volte al giorno o se il futuro, per tanti, si prospetta pieno di stenti e corse peggiori di quelle dell’antilope africana che, nella nota filastrocca, ogni mattina corre per fuggire alla fame del leone. Queste sono cose secondarie. E’ il calcio, inteso come sport (?!?) che va preso a esempio e va ben bene inculcato nella mente di tutti noi italiani. E, la vera ironia della cosa sta nel fatto che la cosa non ha problemi di schieramenti politici, da destra a sinistra e ritorno.

Ma non divaghiamo troppo. Dicevamo il Lippi nazional-polopolare se ne stava felicemente abbracciato all’altro toscano Enzo Ghinazzi (che, nonostante l’età, persevera nel farsi chiamare Pupo), al tenore Luca Canonici e, dulcis in fundo, al “nostro” Principe ereditario Emanuele Umberto Reza Ciro René Maria Filiberto di Savoia! E accanto c’erano le coriste Divas vestita di verde, bianco e rosso, sì insomma d bandiera italiana.

Complimenti al viareggino Marcello Lippi che, per altro, ha parlato mentre uno sciame di fischi proveniva dalla platea (o era da gran parte dell’Italia?!?) per tutto il suo brevissimo intervento (fuori regolamento ci fanno poi sapere). Complimenti perché ha certamente contribuito a far raggiungere la finale a una canzone ipocrita e stonata (ma non capisco niente di musica, e me ne faccio un vanto, quindi sicuramente avranno ragione tutte le migliaia di votanti, a 0.75 centesimi di euro).

I votanti da casa, ovvero quell’essere invisibile e potentisimo, che viene chiamato “giuria popolare” (dove ho già sentito nominare qualche cosa di simile?!?), ha voluto sicuramente premiare gli autori del pezzo che hanno aggiunto, all’ultimo minuto, una piccola, ma significativa, frase a un testo già di per sè carico di profondo significato: “In quella notte di Berlino noi tutti alzammo le mani / Con Lippi e Fabio Cannavaro l’orgoglio di essere italiani.”

Stì cazzi!!! Come direbbero nella capitale.

Una canzone tutta indirizzata verso l’amore per l’Italia (?!?) e per gli italiani (?!?) E, purtroppo, nella prima serata non è stato compreso il forte e sincero messaggio lanciato dal palco sanremese. Gli italiani-ascoltatori avevano addirittura osato eliminare cotanto valore musico-storico-letterario.

Eppure bastava la frase: “Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente, ma chi si può paragonare a chi ha sofferto veramente.” per scioglersi davanti al televisore in un fiume di lacrime calde. Oppure il “vero” messaggio era invece arrivato alle orecchie del popolo italiano della TV? Meno male che ci hanno pensato gli autori e, forse, gli organizzatori del festival della canzone italiana.

D’altronde si sa, basta un battito di ciglia (meglio se di qualche massaggiatrice), e gli italiani dimenticano subito. Infatti penso di essere uno dei pochi a ricordare (o forse era uno dei miei molti incubi) che la storia della famiglia Savoia non è proprio stata così benevola con il popolo italiano (ora divenuto giuria popolare), tant’è che si espresse per un esilio. Certo con tutto il denaro necessario per svolgere una vita più che dignitosa, in fondo si trattava sempre di re e principi, mica di lavoratori metalmeccanici. Ma anche questo dovrebbe essere ben noto: i referendum in Italia rientrano sempre nello sbatter di ciglia detto più sopra.

Ricordo anche che il 1 novembre del 2007 (solo poco più di due anni fa) il Principe cantore Emanuele Filiberto assieme al padre Vittorio Emanuele, richiesero, attraverso i propri legali, il risarcimento dei danni morali in seguito all’esilio subito. Danni morali che loro stessi avevano stimato in un valore complessivo di 260 milioni di euro, oltre, ovviamente, alla restituzione dei beni confiscati ai Savoia dalla Repubblica italiana.

Ma sì, che importa, abbiamo visto assieme al Principe il Marcello Lippi CT della Nazionale Italiana (pur senza Cassano, altro gravo dilemmia nazionale) e quindi cantiamo a squarciagola (e non importa essere stonati o meno, visto l’esempio portatoci dal Principe cantore): Italiaaaaa Amore Miooooo…

Giovanni Beani

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